Fra i miei sedici e ventitre anni, sono stato cicloamatore, senza doti particolari. A fine anni 80 ripresi, e nei primi anni 90 feci qualche gran fondo, riuscendo nel mio obiettivo: arrivare in tempo massimo - non ho mai avuto particolari doti atletiche. È seguita una lunghissima pausa (senza mai fare più di due o trecento chilometri-anno in bicicletta...), anche a causa di problemi a un ginocchio. Fino a quest'anno, quando un documentario sull'Eroica trasmesso in Marzo (se ben ricordo) ha risvegliato la voglia di provarci ancora. Dopotutto, ho solo 53 anni!
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Between my 16 and 23 years of age, I was an amateur cyclist, without any special talent. At the end of the Eighties I restarted, and in the early 90s I did some “Gran Fondo” (long distance cycling events), succeeding in my goal: finishing in the maximum allowed time - I've never had any particular athletic ability. A very long break followed (with never more than two or three hundred kilometers per year cycling) also because of troubles with my knee. Until this year, when a documentary on the Eroica broadcast in March (if I remember well) roused the desire to try again. After all, I’m just 53 years old!
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Il punto di partenza: la mia vecchia "roadster"
Per partecipare l'eroica, serve una bicicletta costruita prima del 1987. Questa bella bici, una delle migliori disponibili tra gli anni ’60 e ’70, fabbricata dalla più rinomata marca di Bologna, Patelli, era dell'amico Alberto Borghi. A fine anni Settanta me la lasciò senza mai più rivolerla indietro. Non l'ho mai più visto, ho usucapito la bici ormai da molti anni. Qualche anno fa la ho trasformata in bici da passeggio, con il manubrio che vedete nella foto - con l’idea generale di pedalare con meno sforzo in una posizione più ergonomica ed eretta. Già negli Anni '90 dovetti sostituire la forcella anteriore (un peccato: rottura irreparabile di uno dei perni dei freni centerpull!). Le ruote originali sono state sostituite, ruppi un cerchio a quaranta fori e non fui in grado di trovare un ricambio. Cambiai mozzi e cerchi, con l'orgoglio di imbastire da solo le ruote, affidandomi a un professionista solo per il centraggio di fino: attorno ai vent'anni, ho trascorso tanti pomeriggi in bottega dai miei meccanici, i maestri Carafoli e Frabetti a Cento, qualcosa del loro sapere (poco....) è rimasto con me.
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The starting point: my old "roadster"
To take part in the Eroica, one needs a bicycle built before 1987. This bike, one of the best available between the Sixties and the Seventies, built by the most renown brand in Bologna, Patelli, was owned by my friend Alberto Borghi. At the end of the seventies he gave it to me without ever asking it back. I've never seen him again, and I’ve been owning it by usucaption since many years. A few years ago I turned into “bicicletta da passeggio” (I couldn’t find it in English, I would say “promenade/leisure bicycle”), with the handlebars that you see in the photo – with the general idea of cycling in a less straining, more ergonomic, upright position. Back in the 90s I had to replace the front fork (what a pity: an unrepairable crack in one of the pivots of the centerpull brake!). The original wheels were replaced, I broke a 40-holes rim and I was not able to find a replacement. I had to change both hubs and rims, with the pride of basting the wheels by myself, with a professional taking care just of the fine centering: in my twenties, I have spent so many afternoons in the shop by my mechanics, maestros Carafoli and Frabetti in Cento, some of their knowledge (just a little....) remained with me.
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Una “Bicicletta Eroica”
Non mi sono accontentato di metterla in ordine per l'eroica (il primo passo è stato ritrovare il vecchio manubrio, poi montare gabbiette e cinghietti - ciò ha comportato trovare anche le vecchie scarpe) - la ho voluta iscrivere al "Registro delle Biciclette Eroiche". È stata registrata con il numero 1011.
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A “Bicicletta Eroica”
I have not been content to put it in order for the Eroica (the first step was finding the old handlebar, then I had to mount clips and toestraps - that meant old-style shoes too) - I decided to enroll it in the "Registro delle Biciclette Eroiche". It was registered under number 1011.
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Registrare la bici Eroica ha significato non potere più alterare le sue caratteristiche: ad esempio, non ho potuto montare un triplo plateau; la mia classica guarnitura Campagnolo Nuovo Record, col suo girobulloni di 144mm, tiene un 41 come minima moltiplica possibile (avevo montato il classico 52/42). Devo aiutarmi con ogni mezzo: mi procuro il 41 pagandolo a peso d'oro su ebay. La ruota dietro? Non sono andato per il sottile! Non mi vergogno a dire che ho trovato una vecchia ruota libera Regina a 6 rapporti Regina con niente di meno che… un 34! Così ora ho un 41/34: come dire, una possibilità di farcela con la mia cattiva gamba, con i miei scarsi allenamenti, con la fatica di ritrovare una posizione "da ciclista", dopo anni passati a schiena dritta su questa bici, la mia "Iena" (una Giant OCR del 1999, riverniciata e riassettata).
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Registering as an “Eroica Bicycle” implied that I could no longer alter its characteristics: for example, I could not mount a triple plateau, and my classic Campagnolo Record crankset, with its BCD of 144mm, allowed a 41T chainring as the smallest possible (I had the classic 52/42 mounted). I have to help myself by any means: I get the 41 paying its weight in gold on ebay. The back wheel? I wasn’t subtle about it! I'm not ashamed to say that I found an old 6-speed Regina freewheel with no less than…. a 34! So now I have a 41/34: in other words, a chance to make it with my bad leg, with my too few trainings, with the effort to find a proper "cycling" position again, after years of straight back on this bike, my "Hyena" (a 1999 Giant OCR, repainted and rearranged).
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Preparazione fisica
Da Marzo 2012 in poi inizio ad allenarmi. Troppi altri impegni e interessi, mi portano a fare solo una uscita alla settimana, tipicamente il sabato. A fronte della ruvidezza dell'Eroica, non posso certo andare per il sottile. Inizio con allenamenti di sessanta/settanta km, cercando mano a mano che vado avanti di stare sempre sopra i 1000 metri di dislivello, ma tutta l'estate (caldo terribile...) cerco di stare sopra i 100 km. Il vecchio male al ginocchio che limita le mie prime uscite e che combatto con ogni modo (medicine, fasce elastiche), diminuisce al crescere del tono muscolare, ma mi impone una pedalata alla Anquetil – senza che il ginocchio deroghi mai dall'asse verticale. Arriva Settembre e riesco a superare i 100 km quasi senza sentire dolore! Grazie a una trentina di uscite in tutto, mi presento all'eroica con un modesto patrimonio di circa 2700 km. Basteranno?
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Physical preparation
From March 2012 onwards, I begin to train. Too many other interests and commitments, lead me to get just one session per week, usually on Saturdays. Given the roughness of the Eroica, I can’t be subtle. I start with sixty / seventy kilometers workouts, trying as time goes by to keep total elevation gain above 1000 meters in altitude, but throughout the summer (a terribly hot summer in Italy ...) I try to keep length above 100 km. The old pain in the knee which limits my first outings and that I fight by any means (medicines, elastic sleeves), decreases with increasing muscle tone, but it requires me to ride Anquetil-style, with the knee never deviating from a perfectly vertical axis. September arrives and I can exceed 100 km almost without pain! With around thirty training session overall, I come to the Eroica with a modest legacy of about 2700 km. Will it be enough?
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Preparazione tecnica
La bici e l'attrezzatura intanto si adeguano: di uscita in uscita l'allestisco come sarà il giorno della gara: leve di sicurezza Weinmann (grazie eBay USA! Devo stare con la presa alta), manubrio imbottito, doppi guanti, e nell'ultimo mese e mezzo la maglietta che userò, trovata fortunosamente in un negozio a Ferrara, e una coppia di copertoni a tracolla. Il cambio che avevo riparato richiede di nuovo la mia attenzione: monto su una punta da trapano e tornisco alla lima due steli di valvole per ricostruire uno dei perni del parallelogramma. Se voglio che il 34 entri e resti su senza fare storie, devo anche rinunciare a una delle originali pulegge su sfere e senza denti, e sostituirla con un'orrenda ma efficiente puleggia Shimano in plastica. L'Eroica giustifica i mezzi! Compresa la brutta sella con lo spacco anatomico e il coprisella in gel del Decathlon. So benissimo che starò in sella tra le tredici e spero non oltre le quindici ore, se voglio farcela devo stare ad ascoltare prostata e soprassella, bontà mia! (la foto è stata fatta dopo l'Eroica)
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Technical preparation
Meanwhile, the bike and equipment get more and more adjusted: workout after workout, I progressively set it up as it will be on the day of the race: Weinmann safety levers (thanks eBay USA, I must keep an high grip on the handlebar), padded handlebar, double gloves, and during the last month and a half I train with the same shirt that I will use, luckily found in a shop in Ferrara, and a pair of tires across my shoulder. The rear derailleur that I repaired requires my attention again: I mount on a drill bit and lathe with a file two valve stems to rebuild one of the linchpins of the parallelogram. If I want the 34T sprocket to engage and remain on without a fuss, I also have to remove one of the original toothless pulleys on spheres, and replace it by an ugly but efficient Shimano plastic pulley. L'Eroica justifies the means! Including the ugly saddle with the anatomical gap and Decathlon gel seat cover. I know that I'll be on the saddle for between thirteen and I hope no more than fifteen hours, if I want to do it, I have to listen to my prostate and “above-saddle”, how kind of me! (the photo was taken after the Eroica)
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Armatura e protezioni
Ecco qui, fotografato appositamente per questo racconto, il mio corredo da battaglia dopo l'Eroica.
- Maglietta in lana - necessaria per ricevere il souvenir finale come "ciclista in abbigliamento d'epoca"
- Due paia di guanti - interni, normali guanti da ciclista in gel sottile, esterni, guanti da palestra in pelle di capra ingrassata
- Il cappellino ufficiale dell'Eroica, ricevuto assieme al numero di partecipazione
- Due copertoni da piegare a “8”
- Classico casco da pistard a strisce
- Giubbino antivento/antipioggia K-Way
- Il mio numero di partenza
- I miei speciali rifornimenti: questi tre tubetti, idoneamente modificati per aumentarne il diametro, contenevano alla partenza ognuno tre cioccolatini Lindt al caffè, e un secondo tubetto di plastica rispettivamente pieno di Massigien, di Voltaren Emulgel e di Voltadvance in bustine (per il mio ginocchio in agguato!)
- Scarpe classiche in cuoio nero, acquistate da un vecchio amico (scioccamente, buttai le mie dieci e passa anni fa....) - non nuove alla partenza, ma certamente con tutta l'usura delle Sante Marie e qualche altra digressione podistica, prima e dopo. Non esagero: in tutto avrò camminato per quasi un chilometro e mezzo!
- Borraccia da telaio e da tasca
- Pantaloncini da ciclista (nuovi, non vintage)
- Cinghietti da pedale per chiudermi l'"8" sul petto: si sono mostrati molto utili quando un ragazzo americano distratto mi prende quasi in pieno ai piedi di una salita e mi spezza il cinghietto del pedale sinistro (comperato il giorno prima: finalmente li avevo bianchi!)
La dotazione comprendeva anche otto barrette di muesli. In sostanza ho mangiato quello che mi sono portato dietro, un po' spaventato dalla straordinaria ricchezza dei rifornimenti (non aspettatevi reintegratori, ma una panoramica sulla tradizione alimentare Toscana!).
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Armor and protection
Here, specially photographed for this story, my battle outfit after the Eroica.
- Wool shirt, required to get a final souvenir at the arrival as "vintage clothed cyclist"
- Two par of gloves - internal, standard cycling gloves with thin gel layer, external, gym gloves in goat skin, greased.
- The official Eroica hat, received with the starting number
- Two tires that I’ll bend in “8” shape
- Classic "pistard" strip helmet
- K-Way wind/rain jacket
- My starting number
- My special supplies: these three tubes, suitably modified to increase their diameter, contained at the start three Lindt coffee chocolates each, and a second plastic tube respectively filled with Massigien, with anti-inflammatories such as Voltaren Emulgel and voltadvance in sachets (for my lurking knee!)
- Classic black leather shoes, bought from an old friend of mine (foolishly, I threw away mine ten-plus years ago....) - not new at the start, but certainly with all the wear and tear of Sante Marie and some other walking digression, before and after. I am not exaggerating: overall, I may have walked for about a mile!
- Frame and pocket water bottles
- Cycling shorts (new, not vintage)
- Toe straps to close the “8” on my chest – they proved very useful when an American guy got distracted and hit me almost directly at the beginning of a slope and broke my left pedal strap (bought the day before: at long last I had found the white ones!)
The equipment also included eight granola bars. Basically, I ate what I brought with me, a bit frightened by the extraordinary wealth of supplies at the rest stops (do not expect integrators, but a selection of the traditional Tuscan food!).
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Qualche prova fotografica
Sarebbe troppo lungo e complicato raccontare la mia Eroica. Lo farò in tre fotografie, più questa: quest'anno non era previsto il servizio fotografico alla prima salita, il Castello di Brolio. Per dare un'idea della strada, illuminata da candele, ricorro a fotografie dell'Eroica 2011 (non conosco questi ciclisti, voglio solo dare testimonianza di questa affascinante salita notturna).
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Some pictorial evidence
It would be too long and complicated to tell about my Eroica. I'll do it in three photographs, plus this one: this year the photographic service to the first climb, the Castle of Brolio, was not provided. To give an idea of the road, illuminated by candles, I use photographs from 2011 Eroica (I do not know these cyclists, I just want to bear witness to this fascinating night climb).
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Monte Sante Marie
7 Ottobre 2012, ore 15 circa: qui siamo già al Monte Sante Marie. Sulle varie rampe inaffrontabili, ho visto gente salire senza mettere il piede a terra e non credo ancora ai miei occhi. Io ho camminato quando necessario: al di là della pendenza (si arriva davvero intorno al 30%, e in discesa anche peggio), la ruota che slitta sul terreno incoerente non aiuta. Qui ero appena risalito in sella dopo un pezzo a piedi e i primi crampi.
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Mount Sante Marie
7 October 2012, around 3pm: here we are already at Mt. Sante Marie. On several intractable ramps, I've seen people go without putting their foot on the ground and I still can’t believe my eyes. I walked when needed: apart from the slopes (really reaching around 30%, and even worse downhill), the wheel slipping on the inconsistent ground does not help. Here I had just got back on the saddle after a walk and the first cramps.
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Castelnuovo Berardenga
Qui siamo verso Castelnuovo Berardenga e inizio a capire che posso farcela.
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Castelnuovo Berardenga
Here we are towards Castelnuovo Berardenga and I begin to understand that I can do it.
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Arrivo
L'arrivo: l'ultimo tuffo al buio sullo sterrato, con le batterie quasi scariche, mi ha fatto molta meno paura di quello notturno giù dal castello di Brolio. L’Eroica ha molto migliorato, e quasi in tempo reale, le mie abilità fuoristradistiche! Dopo venti minuti di attesa, arriva il momento della foto. A testa alta!
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Arrival
The arrival: the last dive on dirt in the dark, with weak batteries, scared me much less than going downhill by night from Brolio. The Eroica greatly improved my off-road abilities, and did it almost in real time! After twenty minutes of waiting, the time of the photo arrives. Standing tall!
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Cartellino di gara
Ecco i numeri: il mio cartellino di gara con i timbri.
Non sono riuscito a trovare cifre ufficiali sul dislivello totale dell’Eroica: i numeri che girano su Internet vaiano tra i 3600 e i circa 4000 metri. Il numero di salite piccole e grandi richiederebbe centinaia di determinazioni di quota per arrivare al valore reale, probabilmente più vicino al valore maggiore.
La media? Partenza 5.15, arrivo 19.35, percorso circa 208 km, ma siamo sportivi e diciamo solo 207 (di certo, i cartelli stradali indicano circa 1,5 km in meno della distanza reale). Tempo da partenza a arrivo: 14h20', media 14,44 kmh. Togliendo mezz'ora di soste, siamo quasi ai 15 kmh. Più di quello che speravo! Velocità minima: camminando sulle rampe delle Sante Marie e in quella prima di Castiglione del Bosco (anche dopo soli 75 km, ci vuole l'umiltà di capire che devi risparmiare qualcosa per le difficoltà che verranno), circa 3,3 kmh. Velocità massima: circa 70 kmh in una discesa asfaltata verso Castiglione Berardenga. Sterrato “in piano”: intorno ai 25 kmh, in salita tra i 13 e gli 8 kmh.
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Race card
Here are the numbers: my race card with stamps.
I couldn’t find official figures about total elevation gain: numbers circulating on the Web range from 3600 to around 4000 meters. The number of slopes, big and small, would require hundreds of height measurements to get the true value, probably nearer to the higher range.
Average speed? 5:15 Departure, arrival 19:35, traveled about 208 km, but let's be fair and say just 207 km (for sure, road signs indicate approximately 1.5 km less than the actual distance). Time from departure to arrival: 14h20', average 14.44 kph. Removing around half-hour of stops, we're almost at 15 kph. More than I hoped! Minimum speed: walking on the ramp of Sante Marie and in the first part of Castiglione del Bosco slope (even after just 75 km, one needs the humbleness to understand that he has to save something for the difficulties that will come), about 3.3 kph. Maximum speed: around 70 kph in a paved descent towards Castiglione Berardenga. On “flat” dirt: around 25 kph, uphill dirt between 13 and 8 kph.
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Guai
I guai principali? Prima della salita di castiglione del bosco, lo scontro con il ragazzo americano e tutta la salita di Montalcino fatta con il piede sinistro libero. Verso Montalcino, i primi crampi al quadricipite, che per fortuna non mi hanno mai bloccato anche se per circa 100 km non ho più potuto alzarmi sui pedali. La strada bianca, con troppa paura in discesa, un po' passata vedendo quelli che si lanciavano come se fossero su asfalto.
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Troubles
The main troubles? Before the slope of Castiglione del Bosco, the hit by the American boy and the whole slope of Montalcino made with the left foot free. To Montalcino, the first quadriceps cramps, which fortunately never blocked me even though for around 100 km I have not been able to stand up on the pedals. The dirt road, with too much fear downhill, a fear that partly went away seeing those who threw themselves down as if they were on paved road.
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Fattori di successo
I principali fattori di successo: il clima fresco e coperto (se ci fosse stato il caldo dei giorni precedenti, non sarei arrivato in fondo), i cioccolatini Lindt al caffè (lungo il percorso ne ho mangiati sei, un po' troppi. La notte dopo non sono riuscito a dormire), il grande lavoro di preparazione fatto sulla bicicletta (nessuna noia meccanica), i copertoni al posto dei tubolari (ho visto gente avere quattro forature e dovere abbandonare), la guida attenta e senza cadute (beh, forse potevo azzardare un po' di più in discesa), l'abbigliamento adatto (compresi i giornali sotto la maglietta, mai tolti dall'alba alla notte), la pedalata pulita (il mio ginocchio è stato fatto tacere), e quei 2700 km sui colli Bolognesi e sui miei soliti valichi appenninici: Futa, Raticosa, Radici.
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Success factors
The main success factors: the cool weather and overcast (if there was the heat of the previous days, I would not have got to the end), the Lindt coffee chocolates (along the way I have eaten six, a bit too many. The night after I could not sleep), the extensive preparatory work done on the bike (no mechanics troubles), the tires instead of the palmer tubes (I've seen people puncturing no less than four palmers and having to leave), the careful driving without falls (well, maybe I could dare a little more downhill), suitable clothing (including newspapers under the shirt, never removed from dawn to night), the clean pedaling (my knee was kept silent), and those 2700 km on the hills near Bologna and on my usual Apennine passes: Futa, Raticosa, Radici.
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Momenti memorabili
Momenti da ricordare: come sempre, la partenza e l’arrivo (compreso il controllo della maglietta: “E’ di lana? Ah, ok, prendi il premio!”), ma anche la salita notturna al Castello di Brolio, la prima discesa sterrata al buio, le salite delle Sante Marie, di nuovo il buio verso l’arrivo, le poche persone con cui ho parlato tra i miei molti compagni di viaggio, il ragazzo che mi è venuto addosso e quello che ho visto cadere sulla ghiaia mentre prendeva una curva troppo larga e veloce.
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Memorable moments
Moments to remember: as usual, departure and arrival (including the shirt control “Is it wool? Ah yes, ok, you take the prize!"), but also the night ascent to Brolio Castle, the first dirt road downhill in the dark, the Sante Marie slopes, the dark again towards the arrival, the few people that I talked to among my many travel companions, the guy that hit me and the one that I saw falling on the gravel while taking a curve too wide and too fast.
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Grazie!
Grazie di avermi seguito fin qui! Un click sull'ultima fotografia vi porterà al sito Web dell'Eroica, se volete provarla da voi.
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Thank you!
Thanks for having followed me thus far! A click on the last photo will take you to the Eroica website, if you want to try it by yourself.
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