All rights reserved to the ISC - International Society of Cryptozoology
Warning: the following
translation, relative to an article published
in Vol.8, Number 2 (summer
1989) of "The ISC Newsletter", HAS NOT BEEN
FORMALLY AUTHORIZED BY ISC
Tutti i diritti sono riservati alla ISC - International Society of Cryptozoology
Attenzione: la presente traduzione, relativa ad un articolo
pubblicato sul Vol.8, Numero 2 (Estate 1989) di
"The ISC Newsletter", NON E' STATA
FORMALMENTE AUTORIZZATA DALL'ISC
INTERVISTA
Esiste il Sasquatch, e cosa si può fare
al riguardo? In una intervista ad ampio respiro John Green affronta l'argomento.
John Green è considerato la massima autorità sul
problema di Sasquatch (Bigfoot). Nato a Vancouver, è
entrato in servizio nella Royal Navy
alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ha poi seguito gli studi universitari,
ottenendo un B.A. alla Università della British Columbia ed un M.S. in giornalismo alla Columbia
University. Inizialmente ha lavorato per diversi quotidiani di Toronto,
Vancouver e a Victoria, per poi acquistare un suo proprio
giornale ad Agassiz, in British
Columbia.
Quando ha sentito parlare di Sasquatch per la prima volta,
Green non ha preso la faccenda sul serio, ma nel 1957 ha
compreso che esistevano resoconti di testimoni attendibili. Nel 1958 seppe
delle impronte di "Bigfoot" trovate a Bluff
Creek, nella California del
Nord, e si recò là per vederle di persona. Come risultato, si è trovato
coinvolto nella caccia al Sasquatch dei primi anni 60 sia in California che in British Columbia, e si convinse che i fenomeni riguardavano
un animale vero, non una leggenda.
Nel 1968, Green ha pubblicato il libro
"Sulle tracce del Sasquatch", seguito nel 1970 da "Anno del
Sasquatch" (entrambi riediti in edizione aggiornata nel 1980), e nel 1973
"La questione del Sasquatch". Per molti degli anni seguenti ha
lavorato a tempo pieno sulle indagini relative al
Sasquatch, visitando varie parti degli Stati Uniti, dove ha intervistato
testimoni e scambiato informazioni con altri ricercatori. Questa attività ha
portato alla pubblicazione del suo libro del 1978 "Sasquatch: le scimmie tra di noi", considerato a tutt'oggi
il più completo volume sull'argomento.
Ritiratosi dal lavoro di giornalista, Green
continua a catalogare tutte le informazioni sul Sasquatch che riesce ad
ottenere, ed i suoi archivi contengono al presente più di 2500 testimonianze. Spera di potere studiare i dati generati dai resoconti con l'aiuto
di un computer che ha recentemente acquistato.
Green è stato eletto membro
onorario della ISC nel 1987. Tuttavia le opinioni espresse nell'intervista sono sue proprie, e non rispecchiano posizioni o linee di
pensiero stabilite dall'ISC. E' stato intervistato dall' Editore di "IS C Newsletter" J. Richard Greenwell.
"Ci sono molti problemi associati
alla ricerca del Sasquatch, alcuni psicologici, altri legati alle prove
materiali. Dal suo punto di vista, quali pensa che siano i principali ostacoli
al procedere della nostra conoscenza di questo argomento?"
Penso che l'ostacolo più grande è che non
vi sono abbastanza risorse, neppure una piccola parte delle risorse
necessarie per avere una speranza fondata di ottenere un qualsiasi risultato.
La maggior parte delle persone coinvolte è priva di addestramento
ed ha poco tempo perché deve procurarsi da vivere in altra maniera; non ha
molto equipaggiamento e in realtà si affida esclusivamente alla fortuna. Direi
che sarebbe opportuno che qualche importante istituzione statale intraprendesse
al riguardo un tentativo veramente serio, almeno sulla
stessa scala di quello fatto dai Cinesi negli anni 1970, quando impegnarono
svariati scienziati e, a quanto pare, centinaia di persone per oltre un anno di
lavoro.
"Non si tratta quindi di un
problema circolare? C'è bisogno di più risorse per ottenere le prove, ma
probabilmente non si otterranno stanziamenti fino a che non si proverà la
fondatezza del caso ottenendo le prove. Come pensa di interrompere questo
circolo vizioso?"
Non sono mai stato capace di romperlo.
"Così, in sostanza, questa è una
delle principali ragioni per cui il Sasquatch continua da decenni ad essere un
problema irrisolto."
Non posso discordare da tale osservazione.
"Prima che lei prosegua,
vorrei rivolgerle una domanda forse spiacevole e forse no.
Lei è veramente convinto che, in realtà, ci sia il Sasquatch, un primate bipede
grande e sconosciuto non riconosciuto dalla scienza che sopravvive attualmente
in America del Nord? E' convinto che esista un tale animale?"
Sì, lo sono. Penso che il cercare di
spiegare i fenomeni esistenti tramite l'unica altra spiegazione possibile, cioè che si tratti solo di una produzione umana, diventi ben
più complicato. Il rasoio di Occam
taglia dalla parte di Sasquatch. Se la gente la pensa
diversamente è solo perché non ha accesso a tutta la massa di materiale che noi
stiamo trattando. Non ha proprio senso il pensare che sia tutto prodotto da
imposture che si estendono in tutto il continente Nordamericano attraverso i
secoli. Prendiamo ad esempio il film di Patterson
(quello famoso del Sasquatch che corre, n.d.t.).
Ho discusso personalmente con esperti della organizzazione
Walt Disney. Lo hanno
studiato ed hanno detto che non avrebbero saputo riprodurlo. Quindi,
cosa ci sarebbe di falso?
"Ritengo che avrebbero
potuto riprodurlo, ma con un costo estremamente alto."
No, hanno detto che non erano
materialmente in grado di farlo. Se avessero
voluto ottenere un effetto di quel tipo, lo avrebbero dovuto disegnare. L'unica
alternativa che sono stati in grado di suggerire è un
attore con un costume totalmente aderente alla pelle, che fosse della stessa
dimensione della "cosa". Simili dimensioni sono tali che non esiste al mondo un solo essere umano che possa indossare un
tale costume. Non imbottito. Avrebbe dovuto essere aderente alla pelle.
"Quando dice che il Sasquatch
esiste, naturalmente conosce le implicazioni che questo fatto ha per il mondo
scientifico ed accademico, che, sostanzialmente, ha ignorato queste
testimonianze pur avendole, per cosi dire, 'sotto il naso'."
Secondo me, la scoperta e lo studio di questo animale potrebbero essere di gran lunga la cosa più
importante accaduta in zoologia e in paleoantropologia.
"Non è piuttosto sorprendente che
una simile cosa possa esistere proprio qui, forse entro un raggio di poche
miglia dal luogo in cui siamo seduti ora ?"
Ovviamente è proprio questo il problema
fondamentale. C'è un atteggiamento mentale che deve essere invertito prima che
il problema possa essere affrontato seriamente. Vi sono stati anni in cui,
allorquando mi allontanavo da questo problema per un mese o due, mi accorgevo
che un mio meccanismo mentale mi aveva fatto giungere alla
conclusione che l'intera faccenda era stata esaurientemente spiegata:
era necessario che mi mettessi a riesaminare materialmente le prove raccolte
per comprendere come una tale conclusione fosse soltanto un'impressione, un
fatto emotivo. Ora ciò non mi capita più. Non mi capita più da tempo, ma posso
ben comprendere come possa capitare ad altre persone.
Ad esempio, se dovessi andare a parlare ad
uno zoologo o ad un antropologo fisico, e gli stendessi
davanti tutte le prove accumulate, ben probabilmente lo ecciterei abbastanza in
quella precisa occasione. Ed è senz'altro capitato, in
passato. Un paio di settimane dopo, sarebbe già immunizzato, e sarebbe del
tutto inutile contattarlo nuovamente. Parlando sulla base di
esperienze reali, so che direbbe qualcosa del tipo "Queste impronte di cui
lei mi sta parlando sono effettivamente interessanti, ma devono essere state
fatte da un orso Grizzly con le zampe posteriori che si sovrapponevano alle
impronte delle zampe anteriori. Se solo avesse un
calco, le mostrerei di cosa sto parlando".
Così, quando un paio di mesi più tardi si
ritorna con i calchi, non si sente più quel particolare suggerimento, ma altri
differenti. Ad esempio - per tagliare corto di qualche passaggio - "Se
solo avesse una fotografia......" E allora si porta un film. Alcune persone si eccitano la
prima volta che lo vedono, ma poi è come se fossero state vaccinate contro di esso.
Un tale procedimento va avanti fino al giorno nel quale non gli si stende davanti un esemplare
dicendo loro: "Ecco: studiatevi questo!".
"Quindi,
in sostanza essi dicono di volere che sia lei a svolgere il loro lavoro. Lei
dovrebbe andare in giro e portare loro questo, quest'altro
e quest'altro ancora, poi l'intero animale, e da lì
in poi ci pensano loro."
Giusto. Ovviamente non si può andare a dire
a una persona "Sta a lei fare questo." Ma
penso che si possa dire alla comunità scientifica in generale che abbiamo una massa di prove così grande che esistono solo due
possibilità, o che il più interessante animale che possa esistere esiste
davvero oggi in America del Nord - e vale la pena di dedicare risorse alla
sua ricerca - o che qui abbiamo degli esempi di una strana forma di
comportamento umano, un comportamento di cui vi è traccia fin dal momento in
cui iniziano le notizie storiche, ed in tutte le civiltà - e che merita di
essere studiato da un altro punto di vista. Ci sono solo due alternative,
ed ognuna di esse merita attenzione.
"Ha detto prima che esiste una gran quantità dì informazioni. Mi pare che
esistano in proposito due problemi fondamentali: uno è quello di rendere
disponibili tali informazioni agli scienziati -- come possono accedervi ?? -- L'altro è il seguente: se
anche le rende disponibili, ed essi vi accedono, si prenderanno la briga di
studiarle ?"
Fondamentalmente no, non se ne occuperanno. Ho già compiuto ciò che chiunque
concorderebbe nel definire un lavoro adeguato perché vi potessero accedere.
"Ha pubblicato il libro più
esauriente ..."
Molti libri. Ho inviato opuscoli a singoli
studiosi scrivendo a mano ad ogni biblioteca ed Università sul continente
Nordamericano, ed ho fatto avere diverse migliaia di copie a tutte le
principali biblioteche pubbliche ed universitarie. Ho approssimativamente
200.000 libri in circolazione. Il messaggio è là fuori. Ero solito andare in
giro per le Università a bussare alla porta degli zoologi e degli antropologi.
Sono stato all'Università della California a Los
Angeles. Sono stato all'Università di Toronto -- il che mi ha fatto viaggiare
mille miglia in una direzione e tremila nell'altra -- ed ho visitato un bel po'
di altre Università tra queste citate. E' stato molto
tempo fa. Alla fine ho lasciato perdere. Molte altre persone, a parte me, hanno
cercato di fare la stessa cosa.
"Come si può allora risolvere la
seconda parte del problema, allora ? Come fare in modo che si mettano a guardare i dati ?"
Non si può. Vivo sempre nella speranza che
qualche titolare di cattedra venga a dirmi "Sembra interessante." e che alla fine si metta in
piedi un comitato che dica "Okay, fatelo.", ma non è ancora successo.
Ho uno scaffale di cartelline di fogli
lungo un metro, strapieno di notizie di sfondo ai fatti legati a Sasquatch, con
oltre 2000 schede in archivio, e nessun essere umano a parte me
ha mai impiegato neppure un giorno intero per esaminare tale materiale.
"Quanti resoconti relativi a Sasquatch ci sono in totale, e quanti di essi comportano
un effettivo avvistamento ?"
Dunque, l'ultima volta che ho contato le
schede, nel maggio '86 ce ne erano 2.249, per cui
attualmente è probabilmente che siano più di 2.500. Direi che circa 2.000
riguardano avvistamenti. Comunque, visto che molte schede
riguardano più di un avvistamento, ce ne sono probabilmente più di 2.000
confermati. Inoltre, visto che molti di essi
riguardano più di un testimone, il numero dei testimoni coinvolti potrebbe
facilmente essere di 3.000.
"Quindi
senza dubbio lei ha accumulato più notizie sull'argomento di chiunque altro. Se fosse chiamato come consulente di fronte ad una
commissione per fornire informazioni, cosa presenterebbe come prova materiale
più consistente a disposizione? Se avesse solo 30
minuti, cosa proporrebbe ?"
Il filmato di Patterson
e le varie persone che ci hanno lavorato sopra.
"Ritiene che sia questa la singola
prova più evidente disponibile?"
E' in assoluto la sola prova fotografica
utilizzabile, ed è una buona prova. E ci sono i calchi
delle impronte che l'accompagnano, fatti da due persone differenti in due
momenti del tutto differenti, e ci sono le analisi che sono state fatte sul
tutto. Certamente non esiste nessuna prova che, da sola, si possa
paragonare a questa. Al di fuori di essa, si entra
direttamente in questa gran massa di materiale.
"I calchi delle impronte, i peli, i
dermatoglifi - pensa che propongano la questione con
abbastanza evidenza ?"
Sono effettivamente fatti evidenti.
"Mi dica dei peli."
La prima volta che ho cercato di farli
analizzare microscopicamente, le indicazioni fornitemi (per ciò che riguarda
l'argomento specifico) erano che l'unica cosa da fare era continuare a cercare
peli dello stesso tipo per scopi comparativi. Se non
se ne trovavano, ciò che restava era semplicemente del "pelo non
identificato". Non mi sono impegnato in proposito. Adesso mi è stato detto
che esistono persone in grado di stabilire con assoluta certezza se del
"pelo non identificato" possa, ad esempio,
essere pelo di un primate o no, e se sia o meno di una specie conosciuta.
"Si potrebbero fare studi
comparativi con il sangue, con i peli e con i tessuti, ma i peli sono i più facili da ottenere perchè
cadono dal corpo. Si potrebbero fare studi microscopici e molecolari, e forse
ci si potrebbe arrivare se raccogliessimo abbastanza campioni."
Il problema è che ci sarebbe un enorme
lavoro da fare per diffondere una richiesta generalizzata di campioni del pelo di Sasquatch, e non c'è nessuno che possa pagare un tale
lavoro. Probabilmente non sono molte le persone qualificate per farlo, e quelle
che hanno le qualifiche per farlo sono totalmente impegnate.
"Oltretutto si incomincerebbe
a ricevere pelo da parte di mistificatori."
Si, ma si avrebbero ancora più problemi da
parte delle persone in buona fede. Se fosse stanziato un milione di dollari, si
potrebbe creare una istituzione che non si occupasse
di altro, e ciò probabilmente risolverebbe ogni problema. Ci sono un sacco di
cose peggiori di questa fatte con il denaro
pubblico. Una volta mi è venuta in mente una cosa: il modo giusto di affrontare
il problema potrebbe essere attraverso una commissione di inchiesta,
una struttura tipo quella delle Commissioni del Congresso negli Stati Uniti o
delle Commissioni Reali in Canada, perchè la maggior
parte di prove su Sasquatch sono del tipo col quale la scienza non vuole avere
a che fare, e che non la riguardano, mentre sono proprio il tipo di cose di cui
normalmente si occupano gli avvocati. Se si trattasse
semplicemente di decidere se impiccare o non impiccare qualcuno, avremmo avuto
prove sufficienti per impiccarlo molte volte.
"Intende dire che un Comitato
congressuale potrebbe chiamare dei testi a deporre, e che esperti di zoologia e
antropologia potrebbero essere chiamati a testimoniare ?"
Si, e tali esperti potrebbero esaminare i
peli, i calchi ed altre prove materiali. Presumibilmente tali udienze
congressuali potrebbero condurre allo stanziamento di fondi del Congresso a
favore di qualche istituzione per lo studio di questo argomento.
Avremmo a che fare con giuristi, persone abituate a trattare questo tipo di
prove, e sarebbero persone dello stesso tipo a prendere le decisioni -- e a votare -- sulla distribuzione delle risorse.
Vede, la testimonianza oculare è praticamente priva di significato per gli scienziati; non li
riguarda, non se ne fidano - e forse in ciò fanno bene - ma, soprattutto,
proprio non è il loro campo. Invece, la maggior parte, o una gran parte, dei politici sono giuristi. Se
si riuscisse ad avviare una tale inchiesta congressuale, e se i lavori comprendessero
l'ascolto dei racconti dei testimoni oculari, poi sottoposti a controinterrogatorio, non si arriverebbe mai alla fine
delle udienze! Ci sarebbe un tale numero, costantemente rinnovato, di testimoni
evidentemente non pazzi, di buona reputazione, molti dei quali con studi e
professionalità notevoli, da farli andare avanti per secoli. Spererei che, ben
prima che trascorresse un tempo così lungo, fosse raggiunta la conclusione che
c'è sotto qualcosa di sostanziale per il quale vale la
pena di stanziare dei fondi.
"Lei quindi sostiene che le persone
che dovremmo cercare di convincere non sono affatto gli scienziati, bensì i
politici."
Si, ma la difficoltà sta nel fatto che se
si va dai politici, essi poi vanno a chiedere
consiglio agli scienziati, e allora bisogna portare gli scienziati al punto in
cui dicono: "Okay, vada pure, lo studieremo. Non ci credo
ma ritengo che valga la pena di studiarlo." Penso che a questo
punto ci siamo già arrivati, come dicevamo prima: se
non è importante in un senso, lo è nell'altro.
"Esiste da parte del grande pubblico una certa consapevolezza riguardo al Bigfoot, ma essa è in gran parte negativa o denigratoria.
Pensa che ciò sia stato causato dai media, ad esempio dai titoli di certe riviste gonfìati in tono di scherno?"
Certo. Viviamo in un'era
nella quale crediamo di sapere, ed abbiamo una classe di persone che ci spiega
cosa è che "sappiamo" e cosa è che non "sappiamo". Riguardo
agli animali, parliamo allo zoologo. Gli zoologi ed i paleontologi ci dicono
che nessuna grande scimmia è mai vissuta in America del Nord, e ciò chiude il
discorso. Lo zoologo potrà avere un Ph.D.,
ma probabilmente l'unica cosa che sa sulle grandi scimmie dell'America del Nord
è quello che gli è stato detto al college - che non ce n'erano.
"E' interessante notare come in
America del Nord le molte persone che studiano i primati, i primatologi
--che di solito sono antropologi ma talora zoologi--
svolgano tutto il loro lavoro di campagna in Sud America, in Africa o in Asia.
Hanno poca o nessuna esperienza di lavoro di campagna
in Nord America. Non gli capiterà mai di farne. Così, a prescindere da ogni
altra considerazione, non sono "sul campo" in America del Nord per
incontrare il Sasquatch, o le prove ad esso relative.
Se sono sul campo, lo sono in qualche altra parte del mondo."
E' vero, certamente.
"Così il principale tipo di
scienziati che potrebbero incontrare tali prove sul campo
sono zoologi che stanno studiando gli animali conosciuti indigeni dell'America del Nord, e se si
dovessero imbattere in prove sul Sasquatch, o in testimoni, probabilmente
direbbero: 'Beh, si sa che una cosa simile è impossibile, e poi non sono un primatologo -- quindi sia quel che sia.' "
La situazione nel lavoro zoologico di
campagna, secondo me, non è cambiata molto col passare degli anni. Trent'anni fa, quando stavo cercando di interessarli al
Sasquatch, mi è sembrato che la maggior parte degli zoologi
stesse studiando i roditori.
"Li stanno ancora studiando!"
E' comprensibile, perchè
si può trovare una differente specie di roditore in qualsiasi luogo, e se ne
possono fare pubblicazioni scientifiche. Ho evidenziato nei miei scritti questo
punto già in passato. Se stai studiando gli orsi Grizzly, al momento nel quale
fai la tua prima pubblicazione, l' "uomo dei
topi" (lo studioso dei roditori, n.d.t.) è capo
del dipartimento. Cionondimeno, pare che più persone attualmente studino i grandi mammiferi, e sperando in bene
ciò porterà molti di essi a contatto con prove sul campo tali da incrinare a
loro resistenza.
"Spero che la ISC, su piccola scala, possa creare un'atmosfera nella
quale si possa essere un po' più ricettivi all'idea di prendere in
considerazione simili prove."
Potrebbe. E' al corrente
del libro "Alla ricerca della scimmia rossa" del primatologo
Roderick Mac Kinnon? Ha effettivamente ammesso di avere trovato impronte
corrispondenti a quelle del Batatat, o Orang Pendek,
che si ritiene mitico, mentre studiava gli Orang-utan nel Borneo.
Forse in America del Nord capiteranno cose di questo tipo.
"Tornando alla questione
dell'esistenza di Sasquatch, ovviamente non ci sono molte possibilità. O Sasquatch esiste come specie biologica, o non esiste. Non
è come in altre aree della criptozoologia, dove tutto
è molto più relativo. Quali sono i suoi pensieri al riguardo in termini
probabilistici? So che ha dedicato un sacco di tempo a pensarci."
Come lei dice, la situazione è o che ci
sono i Sasquatch o che non ci sono. E, se tali animali non esistono, allora
il 100% dei resoconti non è valido. D'altra parte,
se un tale animale esiste, esso diviene immediatamente la causa più plausibile
per tutti i resoconti, e pare ragionevole partire dal
presupposto che una grande percentuale di tali storie siano vere, e che la gran
maggioranza di tali resoconti veri relativi ad avvistamenti riguarderà tale
animale.
(C'è poi una grande categoria di "prove
materiali" che io, ad esempio, non considero, cose come urla non
identificabili, o cani sbattuti contro i muri delle case, perchè
esse non implicano né l'esistenza di una grande impronta di piede umanoide, né
l'avvistamento di una grande creatura bipede coperta di pelo. Se si può provare
che il Sasquatch esiste, allora questa può divenire la spiegazione più
probabile anche per questo tipo di cose.)
Se accade qualcosa che
sembra collegato al comportamento di un orso, si parte dal presupposto che il
fatto implichi la presenza di un orso. Senz'altro, se qualcuno riferisce di aver visto un orso, si suppone
che si tratti di un orso purché esistono orsi.
Allo stesso modo, se si sa che esistono i
Sasquatch, la valutazione che si da dei resoconti
relativi ai Sasquatch dovrebbe essere approssimativamente sullo stesso livello
di quella degli avvistamenti di orsi.
La maggior parte di essi
dovrebbero essere esatti, anche se il testimone è ubriaco o pazzo. Se esiste un animale vero, gli ubriachi ed i matti hanno le stesse
possibilità di vederlo delle altre persone. Le viste di sfuggita sono
quasi altrettanto valide delle osservazioni a distanza ravvicinata, perché (con
l'eccezione di uno che effettivamente vuole vedere Sasquatch) se
si vede un orso o un uomo è probabilissimo
che abbia l'aspetto di un orso o di un uomo. Non si va in giro a dire che si
tratta di un Sasquatch a meno che lo si sia visto
bene. E' appunto questo secondo me il nocciolo della questione.
Invece, se ad esempio si parla del fatto se
vi siano o no dei puma nell'est (degli USA, controversia presentemente
in atto come quella relativa all'onza,
n.d.t), ad esempio, quand'anche si provasse che in
questo istante ce ne è uno, ci sono un mucchio di posti dai quali sarebbe
potuto provenire. Potrebbe essere introdotto, quindi è
tutto un altro problema. Oppure, se si parla dell'onza, c'è un altro animale, il puma, con il quale esso può
essere confuso.
"Infatti
queste ultime sono differenze relative. Ciò di cui lei sta parlando sono
differenze assolute."
O c'è un animale che fa impronte di 40 centimetri ed
oltre, e che cammina come un essere umano, o non c'è. e
si proverà che c'è, allora tutto questo materiale andrà riesaminato in una
nuova luce, e ci si augurerà di avere buttato via molte delle cose che a
suo tempo non si erano ritenute credibili. La cosa importante è accumulare
notizie, nel caso che prima o poi tornino utili; non
ha veramente tutta quell'importanza valutare che si
sta accumulando.
"Non si può mai sapere di che
informazioni avremo bisogno in futuro. Ecco perchè
abbiamo le biblioteche."
E la opinione che
si ha al riguardo della validità o meno delle informazioni è irrilevante. Per
potere stabilire il grado di probabilità che una testimonianza sia valida, si
deve prima stabilire se qualcosa di simile a Sasquatch esiste o no, ma è
appunto questo che si sta cercando di scoprire. La valutazione delle
testimonianze dipende dall'averlo preventivamente stabilito, dunque non c'è
modo di operare una valutazione a priori.
"Ho già fatto questa domanda in
altre interviste. Probabilmente anche a lei è già stata fatta
molte volte. Cosa farebbe se, all'improvviso, bang,
succedesse: qualcuno le telefonasse per dirle che hanno abbattuto uno di questi
animali, e lei potesse accedervi prima di chiunque altro; avrebbe lei il
controllo della situazione. Dopo tutti questi anni e decenni, cosa
farebbe? Chi chiamerebbe ?"
Chiamerei un posto come il Centro Regionale
per i Primati all'Università dello Stato di Washington, a Seattle. Suggerirei
di fargli attraversare nascostamente il confine tra il Canada e gli Stati
Uniti. In ogni caso, se lo si può portare in una
giurisdizione differente da quella in cui è stato abbattuto, si hanno più
probabilità di mantenerne il possesso. E se lo si pone
a disposizione della persona giusta per farne uno studio, non esiste nessuna
scusa valida per portarlo in un altro posto. So che la gente di Seattle ha le
attrezzature per congelarlo immediatamente, e la capacità di dissezionarlo facendo gli opportuni confronti. In tutta
probabilità, sono le persone meglio qualificate per farlo, per lo meno
nell'America del Nord ovest.
"Sostiene anche lei l'idea di
uccidere uno di questi animali, come fa Grover Krantz? E' giustificato allo scopo di procurarsi un
esemplare ?"
Senz'altro.
"Senza riserve ?"
Senza nessuna riserva. Se
si ha a che fare con un uomo o con qualcosa all'interno del genere Homo, non si
può ucciderlo. Se abbiamo a che fare con un animale, del che sono certo,
l'umanità uccide gli animali a milioni, per cui mi si
dia un motivo ragionevole per il quale non dovremmo uccidere questo particolare
animale.
"Una volta che se ne sia provata
l'esistenza, potrebbe essere ancor meglio protetto."
Forse. In realtà, non ritengo che Sasquatch
stia correndo dei rischi di estinzione. Col tipo di
terreno che abitano, hanno tutti per loro milioni di miglia quadrate. Se sono in pericolo a causa dell'attività umana, non è perchè stiamo dando loro la caccia. E' perché stiamo
distruggendo il loro habitat. Non sarà il taglio dei boschi a
distruggere la specie, perché, nel ciclo completo, il disboscamento crea
nuovi habitat per gli animali. Ciò che potrebbe distruggere Sasquatch sono le
situazioni simili ad esempio a quella della Florida, dove le lottizzazioni
stanno eliminando le aree di ambiente naturale.
"Allora è l'invasione
edilizia."
Si. Come si ottiene protezione
dall'industria immobiliare in uno stato in espansione come la Florida? Come si
può ottenere protezione per un animale immaginario? Se si prova che la specie
esiste, magari uccidendo un solo animale, si può farne un caso, e si possono
stabilire i luoghi nei quali la attività umana può
invaderne l'ambiente, e fare qualcosa in proposito.
Ma a parte questo io penso che sia
l'animale più importante, dal punto di vista fisico, per lo studio degli esseri
umani, perché è il solo tipo di animale che cammini in
modo simile a noi. Scommetterei che, se qualcuno affrontasse l'enorme impiego
di tempo, le spesa e le difficoltà (ed avesse la
fortuna assolutamente miracolosa) necessarie per catturarne uno vivo, nei
decenni successivi ne sarebbero comunque catturati molti per dissezionarli. Semplicemente, non è possibile imparare
abbastanza al loro riguardo senza studiarne la anatomia
interna e la fisiologia, e quindi prestigiose istituzioni richiederebbero
permessi di caccia. In conclusione, scegliendo, per non ucciderne uno, di
affidarsi alla scarsissima speranza e alla quantità di tempo ridicolmente lunga
necessarie per catturarne uno vivo, non si salverebbe nessuno di essi dall'essere ucciso.
"Ma è probabile che negli Stati
Uniti il U.S. Fish and Wildlife Service piazzerebbe
rapidamente l'animale nella lista delle specie in pericolo, il che lo
proteggerebbe totalmente dall'essere catturato da individui o istituti."
Per metterlo nella lista delle specie in
pericolo, si dovrebbe prima dimostrare è sia
effettivamente in pericolo, e non penso che sia facile farlo.
"Si dovrebbe fare una valutazione o
uno studio di impatto ambientale, il che nella pratica
potrebbe richiedere anni. Inoltre, ci potrebbero essere un sacco di problemi
politici anche relativi ad interessi commerciali, come l'industria del legno."
Suppongo che ci potrebbe essere una
reazione isterica: la specie deve essere designata come "in
pericolo". Ad una analisi fredda, comunque,
questa è una delle specie di maggior successo mai viste al mondo. Come lei sa,
se ha letto la letteratura disponibile, abita varie parti di ogni
continente della terra. Se lo si localizza qui, certo
ve ne sono altri in altre parti del pianeta nelle quali ne viene riferita la
presenza. Per potere dimostrare che uno di essi non
debba essere ucciso, si deve avere una buona ragione. Se si dedica a questo argomento una considerevole riflessione, come io ho
fatto, non penso che si possa ricavare una qualsiasi buona ragione -- eccetto,
ovviamente, il fatto della loro somiglianza fisica con noi.
"A prescindere dal fatto che noi
uomini svolgiamo comunque un buon lavoro di sterminio
reciproco."
Questo è un altro argomento che avrei dovuto indicare, sì. Non ci si preoccupa molto di
uccidere uomini, quindi neanche questa è una buona ragione. Circa 20 anni fa
sono pervenuto alla comprensione del fatto che, per le poche persone che
stavano cercando attivamente di catturare una di queste creature, non esistevano prospettive di poterci riuscire, semplicemente perché
le probabilità non erano sufficienti a giustificare il tempo speso sul campo. Se è proprio questo che si vuole fare, benissimo, ma, per
adottarlo come metodo pratico per portare la faccenda ad una conclusione, le
probabilità contrarie sono semplicemente inaccettabili.
Mi è sembrato che il modo per giungere a una conclusione fosse di fare pervenire a centinaia di
migliaia di cacciatori che sono per i boschi con i fucili il messaggio che
quella cosa è molto importante, e che, se ne avevano l'opportunità, era molto
importante che la uccidessero; e, inoltre, che non se ne allontanassero, senza
avere portato con se una prova materiale. Ho cercato diffondere questo
messaggio scrivendo libri.
Sfortunatamente, i tempi hanno coinciso
quasi esattamente con l'avvento degli ambientalisti militanti, ed il messaggio
opposto è stato sparso in modo molto più efficace del
mio, di modo che penso di non avere avuto successo al proposito.
Ciò dimostra quanto io sia
convinto che si, è un animale, si, è importante e dunque, visto che
evidentemente non è in pericolo di estinzione, e visto che ovviamente non è
umano, la sola cosa da fare è di prenderne uno se ce n'è l'occasione.
"Una domanda finale. Lei ha
trascorso decine di anni facendo questo, pubblicando
libri a riguardo, parlando con una massa di testimoni. Sostanzialmente, mi
sembra, lei ha fatto tutto ciò che poteva fare. Quali
sono i suoi piani, adesso? Si limiterà ad aspettare per vedere cosa succede?
C'è qualcos'altro che lei possa fare, o consigliare ad
altri di fare, per risolvere questo problema ?"
Francamente, non sono molto ottimista sulla
possibilità di fare qualcosa di efficace. Quello che
faccio adesso è semplicemente continuare a raccogliere informazioni, che sono
disponibili per chiunque voglia fare uno serio di
qualsiasi tipo. Lo sto facendo senza molta speranza di un qualsiasi effetto
reale.
Infatti, sembra che più informazioni
accumulo, più soggezione esse mettano, e meno
probabile diventa che scienziati le considerino seriamente.
"E' meno entusiasta di quanto non
fosse 20 o 30 anni fa ?"
Trent'anni fa, quando trovammo le prime impronte in
California, pensavamo che tutto ciò che si sarebbe fare fosse stare là fuori coi fucili e che ne avremmo preso uno dopo non molto tempo.
Non ho più questo tipo di entusiasmo. E' abbastanza
evidente che potrei passare una vita a diventare un cacciatore, e non lo sono,
poi a cacciare, e le probabilità sarebbero sempre
contrarie all'ottenimento di un qualsiasi risultato.
"Lei sembra essere sia ottimista
che realista."
Se è ottimismo essere convinti dalle prove che ci sia
un tale animale, allora sono ottimista. Se è questione
che io veda tale fatto stabilito ufficialmente nell'arco della mia vita, no,
non sono ottimista. Ci sono stato dietro oltre 30 anni, e probabilmente non ho
altri 30 anni davanti a me. Molti altri che hanno lavorato su questo non hanno
vissuto abbastanza per vederlo risolto con il
riconoscimento ufficiale dell'esistenza dell'animale. Mi piacerebbe pensarla
altrimenti, ma non mi aspetto davvero di essere
l'eccezione.
FINE